Azione Risarcitoria Coronavirus

Azione Risarcitoria Coronavirus

Azione Risarcitoria Coronavirus

L’azione risarcitoria per i danni ricevuti dal coronavirus andrebbe richiesto da tutti coloro che durante il periodo di coronavirus (covid-19) hanno dovuto modificare e limitare molti aspetti della propria vita e delle persone appartenenti alla propria cerchia sociale.

Ci sono molte responsabilità da accertare!

Il coronavirus (covid-19) ha creato danni incalcolabili che danno diritto di attivare un’azione risarcitoria da coronavirus nei confronti di chi è responsabile di aver omesso di prendere le misure necessarie a contenere il coronavirus (covid-19) causandone la diffusione con un numero catastrofico di deceduti che solo in Italia supera i 35.000 con oltre 250.000 contagiati.

Si tratta di un vero e proprio disastro epidemiologico e si devono, necessariamente, accertare le responsabilità a carico del governo nazionale e regionale che ha commesso gravi omissioni e dare giustizia con un giusto risarcimento alle vittime del coronavirus (covid-19) che ha coinvolto tutti indistintamente compreso il personale medico e sanitario.

L’AIVEC (associazione italiana vittime emergenza covid-19) offre assistenza nel rintracciare le responsabilità civili e penali ed anche amministrative, denunciare le disfunzioni del sistema e promuovere azione risarcitoria da coronavirus (covid-19) con il fine di un adeguato risarcimento del danno subito dai cittadini, dalle vittime e dai parenti di quest’ultimi.

Un’azione risarcitoria da coronavirus (covid-19) è proponibile da tutti i contagiati che hanno subito inevitabili ripercussioni sulla vita quotidiana e sul lavoro, hanno avuto lunghe degenze ospedaliere ed oggi si ritrovano a convivere con i molti postumi ancora sconosciuti del coronavirus (covid-19).

Queste persone, oltre ad una adeguata e continua assistenza sanitaria, hanno diritto ad un adeguato risarcimento del danno causato dal coronavirus (covid-19)

Ci teniamo a precisare che l’azione risarcimento danni coronavirus non è nei confronti dei medici che hanno curato o tentato di curare i contagiati, evidenziando che in alcuni casi lo hanno fatto anche gratuitamente.

All’uopo si ripercorre la pandemia:

Il 30 gennaio 2020, in seguito alla segnalazione da parte della Cina (31 dicembre 2019) di un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota (poi identificata come un nuovo coronavirus Sars-CoV-2) nella città di Wuhan, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l’epidemia di coronavirus in Cina. Il giorno successivo il Governo italiano, dopo i primi provvedimenti cautelativi adottati a partire dal 22 gennaio, tenuto conto del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia, ha proclamato lo stato di emergenza e messo in atto le prime misure contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale.

“Da gennaio, quando avevamo appena due casi – ha dichiarato il Presidente Conte in un  messaggio diffuso sui suoi canali social il 4 marzo – abbiamo subito messo in atto misure che sono apparse drastiche, ma che in realtà erano semplicemente adeguate e proporzionate a tutelare la salute dei cittadini, a contenere la diffusione del contagio. Abbiamo sempre agito sulla base delle valutazioni del comitato tecnico-scientifico, scegliendo sempre la linea della trasparenza, la linea della verità, decisi a non alimentare diffidenze e complottismi. La verità è l’antidoto più forte, la trasparenza il primo vaccino di cui dotarci.”

Di seguito si riporta la prima comunicazione Governo a partire del 30 gennaio 2020

In seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza internazionale da parte dell’OMS, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Ministro della salute, Roberto Speranza, con il Direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, Giovanni Ippolito, hanno tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulle misure di carattere precauzionale adottate in Italia.

In conferenza, il Presidente Conte ha confermato i primi due casi di contagio riscontrati in Italia: si tratta di due turisti cinesi, immediatamente ricoverati in regime di isolamento presso l’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma. 

Il Presidente ha ricordato che, sin dalle prime fasi dell’epidemia, ispirandosi al principio di precauzione, in Italia sono stati implementati controlli aeroportuali per i cittadini provenienti dalla zona sede del focolaio epidemico e attuato accurate misure di controllo – misurazione della temperatura corporea, identificazione ed isolamento dei malati, procedure per il rintraccio e la quarantena dei contatti stretti – che, unitamente ad un efficiente sistema di sorveglianza epidemiologico e microbiologico, garantiscono il rapido contenimento di eventuali casi. Inoltre è stata istituita presso il Ministero della Salute una Task force per coordinare, in raccordo continuo con le istituzioni internazionali competenti, tutte le azioni di controllo da assumere al fine di limitare la diffusione del virus e verificarne la rispondenza alle raccomandazioni dell’OMS. 

Il Presidente ha quindi dichiarato che, su disposizione delle Autorità sanitarie nazionali, sono stati sospesi tutti i voli da e per la Cina – oltre a quelli provenienti da Wuhan, già sospesi dalle autorità cinesi – e ha rassicurato sul fatto che la situazione è sotto controllo e che le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l’Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale.

FONTE: IL GOVERNO.IT

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